Il Fondo Impresa Donna mira a rafforzare gli investimenti e i servizi a sostegno dell’imprenditorialità femminile, attraverso il finanziamento di programmi d’investimento da realizzare entro due anni e con un tetto di spese ammissibili fissato a 250.000 euro per nuove imprese e fino a 400.000 euro per quelle già esistenti. I dettagli settore per settore saranno chiariti nel Decreto in corso di pubblicazione.

Gli interventi di supporto del Fondo Impresa Donna possono consistere in:

  • contributi a fondo perduto fino all’80% per avviare imprese femminili (con particolare attenzione alle imprese individuali e alle attività libero professionali in generale e con specifica attenzione a quelle avviate da donne disoccupate di qualsiasi età);
  • finanziamenti a tasso zero o comunque agevolati per avviare e sostenere le attività d’imprese femminili (è ammessa anche la combinazione di contributi a fondo perduto e finanziamenti);
  • incentivi per rafforzare le imprese femminili, costituite da almeno 36 mesi, sotto la forma di contributo a fondo perduto del fabbisogno di circolante nella misura massima dell’80% della media del circolante degli ultimi 3 esercizi;
  • percorsi di assistenza tecnico-gestionale, per attività di marketing e di comunicazione durante tutto il periodo di realizzazione degli investimenti o di compimento del programma di spesa, anche attraverso un sistema di voucher per accedervi;
  • investimenti nel capitale, anche tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, a beneficio esclusivo delle imprese a guida femminile tra le start-up innovative e le PMI innovative, nei settori individuati in coerenza con gli indirizzi strategici nazionali.

 Tale misura si rivolge ai seguenti beneficiari:

  • cooperative e società di persone con ameno il 60% di donne socie;
  • società di capitale con quote e componenti del CDA per almeno due terzi di donne;
  • imprese individuali la cui titolare è una donna e risulti non condannata in via definitiva per reati che costituiscono motivo di esclusione dagli appalti;
  • lavoratrici autonome che presentano l’apertura della Partita IVA entro 60 giorni dalla comunicazione positiva della valutazione della domanda;
  • persone fisiche che intendono avviare l’attività purché, entro 60 giorni dalla comunicazione positiva della valutazione della domanda, trasmettano documentazione sull’avvenuta costituzione.

Sono ammesse alle richieste le attività nei settori dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli, dei servizi, del commercio e del turismo.

Le spese ammissibili devono essere sostenute successivamente alla data di presentazione della domanda oppure, nel caso di persone fisiche, alla data di costituzione dell’impresa o dell’apertura della partita IVA, e devono riguardare i costi per:

  • impianti, macchinari e attrezzature nuove di fabbrica;
  • immobilizzazioni immateriali;
  • servizi cloud per la gestione aziendale;
  • personale dipendente, assunto a tempo indeterminato o determinato dopo la data di presentazione della domanda e impiegato nell’iniziativa agevolata.

Gli incentivi vengono concessi con il regime di esenzione delle regole UE sugli aiuti di Stato se le imprese hanno i requisiti del regolamento europeo Gber – 651 del 2014, altrimenti secondo i limiti del “de minimis” (aiuti complessivi per 200.000 euro in 3 anni).

Sono cumulabili con altri aiuti di Stato previsti per le imprese e per i cittadini.

Con un successivo provvedimento del MISE verrà fissata la data di partenza delle domande, che andranno presentate online attraverso la piattaforma di Invitalia e poi valutate secondo l’ordine di presentazione e seguendo specifici criteri.

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